Dal Gazzettino e dal Corriere della Sera sez. Veneto, Padova e Treviso, ed è una di quelle che non vorresti mai leggere: “Frode da 500 milioni di euro: finti lavori per avere rimborsi del risparmio energetico”, recita il Gazzettino, e “Edifici green, truffa da 500 milioni di euro” sul Corriere.
Usufruivano di rimborsi fiscali per impianti energetici mai eseguiti…
Dal Gazzettino: “… Usufruivano di rimborsi fiscali per impianti energetici mai eseguiti i 28 indagati di 15 società di servizi scoperti dalla Guardia di Finanza, che ha arrestato sette persone e sequestrato beni per 110 milioni di euro tra Padova, Frosinone, Cosenza e Treviso. È il risultato dell’indagine “Energia cartolare”…… maxi frode da 500 milioni …. per lavori mai eseguiti ….. I fornitori delle società indagate detenevano “certificati bianchi” mai dichiarati al fisco…. Da qui i controlli che hanno scoperto 15 Esco … che avevano attestato falsamente al GSE … oltre 3900 interventi di efficientamento energetico…”.
Ma che fine hanno fatto i Certificati Bianchi?
Quando si parla di Certificati Bianchi la mia attenzione è massima perché solo lo scorso anno il blocco da parte del GSE dell’accredito delle competenze maturate dagli Associati di ANFIT, ha causato all’Associazione le difficoltà finanziarie che ne hanno definito la mia uscita anticipata.
Il meccanismo virtuoso dei Certificati Bianchi aveva consentito ad ANFIT, costituita nel 2011 e partorita da una mia idea dopo un anno di lavoro e grazie all’appoggio di 19 imprenditori illuminati (tra gli oltre 100 ai quali avevo proposto il progetto), di decollare.
Fu l’Ing. Sergio Botta, dell’allora Studio Botta e Associati, a propormi, come ESCO accreditata, il meccanismo dei TEE come strumento per finanziare la nascente Associazione: un’idea che io sposai immediatamente e poi illustrai a tutti gli imprenditori da me contattati.
Nel Gennaio 2018 il GSE bloccava di fatto, con la richiesta retroattiva di documentazione non prevista all’epoca dell’emissione dei nostri TEE, il flusso dei rimborsi. Né io, né Sergio Botta riuscivamo a comprendere questo comportamento assurdo. Ora sappiamo che hanno fatto di tutt’erba un fascio, cercando malamente di tamponare un’emorragia di danaro pubblico dovuta ad una colpevole mancanza di controlli da parte loro.
Purtroppo non hanno bloccato l’intero meccanismo dei TEE, perché nell’arco di questi ultimi due anni alcune ESCO hanno continuato ad essere regolarmente pagate, mentre quelle a cui i rimborsi sono stati arbitrariamente bloccati, oltre al danno economico reale, che ha costretto molte a chiudere i battenti, hanno dovuto confrontarsi con un fortissimo danno di immagine: se il GSE smette di pagarti allora avrai senz’altro commesso delle irregolarità….
Ma a pagare sono sempre e solo le persone oneste?!?
Per questo motivo ho deciso in via personale, essendo stato danneggiato personalmente dalle conseguenze di queste assurde e, ripeto, arbitrarie decisioni, di inoltrare un Esposto alla Procura della Repubblica di Roma ed uno alla Guardia di Finanza, sede di Roma, il giorno 11 Novembre 2018. Ora a distanza di quasi un anno durante il quale non ho saputo più nulla dei miei due esposti, arriva questa notizia, che ritengo essere solo la punta dell’iceberg, ma che mi fa sperare in un nuovo corso, premiante per chi ha lavorato bene in questi anni, consentendo a quello che poteva essere un grande progetto di rinascere dalle sue macerie.
Mi piace pensare che anche il mio modesto contributo con i due esposti possa essere servito ad accendere i riflettori sulla cronica mancanza di controlli in Italia, dove anche progetti di grande portata per l’economia “green” riescono a generare mostri come quelli risultati dall’indagine “Energia Cartolare”.
Il mio augurio è che il GSE sia in grado di rinnovarsi e soprattutto risolvere in tempi brevi questo problema, che tanti danni ha causato a moltissime realtà che avevano abbracciato il progetto del Ministero dell’Ambiente e che la magistratura faccia chiarezza sui responsabili di questa incresciosa situazione.