Cari operatori del settore dei serramenti in PVC,
ci siamo mai chiesti perché, quando si parla di un prodotto con un elevato contenuto tecnico (quale il serramento), si usi il termine “a norma”?
Ci siamo mai chiesti quale sia l’approccio del tecnico/progettista quando deve definire le caratteristiche di un manufatto che deve progettare e realizzare? (il serramentista è, sia tecnico, che progettista!).
Ci siamo mai chiesti quali riferimenti autorevoli utilizzi l’operatore del settore per lavorare “a regola d’arte” tale da non avere “preoccupazioni”, in modo da trasferire questa tranquillità anche al committente?
Ci è capitato di proporre il nostro prodotto (ritorno al caso del serramento) dicendo: “Non si preoccupi, si tratta di un prodotto a norma”.
E, sempre parlando del serramento, ci è mai capitato di rassicurare un cliente siciliano, fiorentino o milanese che ci chiede informazioni sulla durabilità del serramento dicendo: “il nostro prodotto è a norma. La durabilità delle superfici del profilo rispondono ad una norma europea che si basa su controlli e verifiche severissime effettuate da istituti terzi accreditati che certificano la durabilità del serramento in ambienti severi, corrispondenti alle condizioni di utilizzo più gravose. Quindi non si preoccupi, perché il nostro prodotto è a norma e la norma considera anche le condizioni gravose che incontrerà la Sua finestra durante tutta la vita di utilizzo”.
Se abbiamo risposto con “consapevolezza, sicurezza e tranquillità” a tutte le domande elencate, basando le nostre valutazioni su dati oggettivi, allora conosciamo il valore della ricerca sui materiali, il miglioramento continuo, la sicurezza di proporre un prodotto in grado di mantenere le caratteristiche fisico-meccaniche-estetiche nel tempo, in tutte le condizioni di utilizzo, nel rispetto delle norme, le più “selettive”. E, proprio perché di “selezione” si tratta, con la classificazione “S” ed “M”, la norma UNI EN 12608 fa “selezione” tra i profili idonei all’uso in Italia e quelli non idonei.
Per capire meglio l’importanza di una norma tecnica quale la UNI EN 12608, consiglio un interessante esercizio che dobbiamo fare ogniqualvolta analizziamo una nuova norma: studiarne l’obiettivo dichiarato.
Nell’obiettivo della norma UNI EN 12608 (messa a punto dal comitato tecnico europeo CEN/TC33 composto da rappresentanti di ogni paese! ndr) si riporta chiaramente che i profili che rispondono alla norma in questione permettono di costruire serramenti con “long term performance” ovvero “prestazioni a lungo termine”.
Il passo fondamentale è proprio legato alle “long term performance” del serramento: sulla base della norma UNI EN 12608, se il serramento in PVC viene, ad esempio, installato in Italia (la norma riporta valori di esposizione e di temperatura ben definiti nei quali l’Italia rientra) ed è realizzato con profili di classe “S”, il serramento avrà “long term performance”.
In caso contrario (profili di classe “M”) il profilo non ha questa caratteristica e quindi non ha “long term performance” per il territorio italiano.
Da ingegnere e progettista (che opera in una società che ha estruso i primi profili per serramenti per l’Italia nel 1969! ndr) ricordo che è proprio grazie a norme come la UNI EN 12608 che il comparto dei serramenti ha elevato il livello qualitativo del prodotto, è in grado di offrire manufatti prestazionali in ogni condizioni di utilizzo e (se a norma) garantisce prestazioni di lunga durata (“long term performance”).
Quindi, ben vengano le norme tecniche di prodotto che classificano e selezionano i profili in PVC secondo la risposta climatica e definiscono che, per l’Italia, solamente i profili di classe “S” garantiscono “long term performance” del serramento. A tutela del consumatore finale italiano.
Ing. Maurizio Mazzurana
Design & MKT Manager
Alphacan S.p.A.
EN 14351-1 e EN 12608 : urgente recuperare buon senso e serietà
Leggi, Regolamenti, Norme in ogni società umana, sono alla base della civile convivenza, della libertà individuale, del libero mercato, della tutela del cittadino. Senza di esse, si rischia di tornare sotto lo giogo dello strapotere, della furbizia e della disonestà.
Prima regola del buon senso e serietà: Leggi, Regolamenti e Norme sono fatte per essere applicate e rispettate.
Per la loro importanza nelle società e nella struttura economica dei diversi paesi interconnessi, Leggi Regolamenti e Norme devono essere accuratamente pesate per corrispondere ai veri requisiti degli utenti e non a qualche necessità di lobby interessati a proteggere interessi di parte. Per questo motivo, i processi di elaborazione sono lunghi, complessi e coinvolgono un gran numero di specialisti. La Norma EN 12608 non fa eccezione, la sua elaborazione è durata anni ed ha richiesta la partecipazione attiva di tutti gli specialisti del settore (spesso Tecnici degli stessi sistemisti oggi ancora sul mercato). Non è quindi attraverso forum internet, stampa nazionale o locale che si può intervenire per invocare un cambiamento di una Norma Europea di settore, con argomentazioni più o meno opportune:
Seconda regola del buon senso e serietà: se parte di una norma non è condivisa, bisogna chiedere agli organismi Europei il cambiamento della Norma.
Chi conosce davvero il PVC sa che sono disponibili materie prime, tecnologie e processi di trasformazione in grado di garantire il mantenimento delle caratteristiche del manufatto anche dopo decenni di sollecitazioni climatiche (freddo, caldo, pioggia, vento, atmosfera salina, irraggiamento, ecc.) ;una norma di riferimento per garantire l’utilizzo di prodotti o formulazione adeguati è assolutamente indispensabile. Le materie plastiche hanno sofferto per anni dell’immagine negativa di “plastica” derivante dall’ avere messo sul mercato prodotti che non avevano questa caratteristica di durabilità ne dal punto di visto estetico, ne dal punto di vista della resistenza meccanica.
Terza regola di buon senso e serietà: la durabilità nel tempo di porte / finestre installate per decenni è una caratteristica decisiva e da tenere sotto controllo.
Il legislatore non può mediante la legge mettere sotto controllo tutta l’attività economica il che rischierebbe di soffocare ogni innovazione, dinamismo imprenditoriale, libertà individuale. Coerentemente si rimanda la protezione del consumatore a norme volontarie, emanate da specialisti del settore, destinate a definire caratteristiche e prestazioni conosciute, dichiarate e misurate secondo metodologie consolidate. L’utente finale, singolo privato, ente pubblico o privato, di fronte alla necessità di definire con precisione la sua richiesta anche non essendo uno specialista, utilizza la norma del settore. Infatti nei capitolati privati o pubblici, la norma EN12608 è nella maggior parte dei casi indicata come norma di riferimento. Per il fornitore, il rispetto del capitolato e quindi il rispetto di tutti i requisiti della norma diventa un obbligo contrattuale.
Quarta regola di buon senso e serietà: Fermo restando la possibilità di derogare per iscritto a uno o più requisiti della norma, ove indicato nel capitolato d’appalto il rispetto della EN12608 diventa obbligo di legge.
La norma EN 14351-1 fissa le caratteristiche e i controlli necessari per apporre il marchio di conformità CE senza il quale un serramento non può essere venduto nella comunità europea. Questo marchio di conformità tutela l’utente dal punto di vista della sicurezza del prodotto. L’appendice ZA indica i punti riguardanti le disposizioni della direttiva CE relativa a prodotti di costruzione (Resistenza al fuoco, Tenuta all’acqua, Resistenza al carico del vento ecc.). E’ evidente che queste prestazioni sono strettamente legate alle caratteristiche dei componenti quali profilo, rinforzi, vetro, ferramenta. Logicamente la Norma impone all’assemblatore del serramento di garantire caratteristiche adeguate delle materie prime e componenti utilizzati. L’unico modo per garantire le caratteristiche del profilo in PVC è di garantire la conformità alla norma di riferimento. L’unica esistente è la EN 12608.
Quinta regola di buon senso e serietà: fermo restando la possibilità di derogare ad alcuni punti della norma EN 12608, dimostrando che non vi è correlazione tra quel punto specifico e i requisiti di sicurezza, la conformità dei profili alla EN12608 è necessaria per rispondere ai requisiti della marcatura CE.
I servizi profine sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Marco Santoni, Profine Italia
Da questa esperienza si possono trarre due considerazioni fondamentali che possono valere per tutti gli attori coinvolti in questo progetto (IIP in qualità di Ente Terzo ed i sistemisti con prodotti certificati ): senza una continua azione di promozione della filiera della qualità il sistema non si auto-alimenta a causa del modesto numero di aziende certificate rispetto alle non certificate, ma anzi il mercato tende a seguire la politica della competitività basata esclusivamente sul prezzo, naturalmente a scapito della qualità della filiera.
Questo meccanismo trova terreno fertile nei mercati immaturi, come quello italiano, dove la cultura dei prodotti di qualità non esiste o viene fraintesa ad arte dai serramentisti che arrivano a spacciare la “Qualità aziendale ISO 9000” che alcune aziende posseggono, come “certificazione di prodotto” e cioè azienda in qualità = prodotto di qualità.
Nei mercati maturi e protezionisti quali quelli Francese, Tedesco e del Regno Unito, per citarne alcuni, gli Enti Terzi nazionali quali il CTB, il RAL o il BSI da oltre 40 anni attuano campagne di informazione a tutela dei mercati interni e naturalmente a difesa del consumatore, promuovendo l’uso dei marchi volontari a garanzia dei prodotti venduti in questi territori.
Come rapido esempio voglio citare il caso della Francia dove c’è una sola azienda Turca che riesce ad importare ivi il proprio prodotto: tutti gli altri estrusori turchi non riescono a superare i severi controlli dell’ Ente Terzo certificatore CTB.
In Italia la recente introduzione della marcatura CE dei serramenti aumenterà il rischio dell’introduzione di prodotti non conformi alla UNI EN 12608 (norma di prodotto relativa ai profili) non essendone previsto il rispetto nella norma EN 14351 (marcatura CE); questo significa che le mescole e le estrusioni dei profili potranno essere realizzate in tutti i modi a scapito della qualità e l’unica garanzia che il committente finale avrà sarà il nome di chi ha realizzato la finestra, se presente nell’etichetta della finestra, etichetta, attenzione, la cui apposizione sull’infisso non è obbligatoria.
La UNI EN 12608 è stato un traguardo faticosamente raggiunto in alcuni decenni dai sistemisti per preservare la qualità minima di un estruso in PVC per serramenti e non è un caso che non ne sia stato introdotto il rispetto nella EN 14351.
Infatti in Europa con la marcatura CE si parla la sola lingua della sicurezza e non della qualità, altrove già difesa dai marchi volontari garantiti dai relativi Enti Terzi certificatori operanti nei vari stati: i Francia il CTB, in Germania il RAL, in Inghilterra il BSI, in Italia l’ IIP UNI ecc… .
Purtroppo in Italia sta passando il concetto che il semplice rispetto (fra l’altro obbligatorio per Legge) della marcatura CE del manufatto, significhi qualità del prodotto fornito.
Considerando poi che nella nostra cultura commerciale il concetto di marchio volontario non ha la tradizione che ha in altri paesi, questa anomalia potrebbe inaugurare un nuovo mercato, dove se il marchio CE venisse considerato il plusvalore di qualità, il prezzo diverrebbe l’ unico valore riconosciuto dal mercato.
Questo inquietante quadro apre praticamente le porte a qualsiasi prodotto di scarso valore qualitativo, che si potrebbe addirittura autocertificare, così come previsto dalla marcatura CE.
Lo spettro delle pessime performance del PVC degli anni “70 aleggia nuovamente nell’aria con il rischio di un pericoloso ritorno a quegli anni bui che hanno rallentato l’espansione del PVC nei successivi 30 anni, spalancando le porte al nostro concorrente diretto, l’alluminio, che ancora oggi detiene oltre il 39% del mercato nazionale.
Il rischio è reale se gli attori precedentemente citati non proseguiranno nell’ attività di promozione della filiera della qualità, così com’è stata svolta e perseguita negli ultimi 11 anni.
L’attuale assenza di regole certe, e quando esistenti travisate, ha consentito in Italia l’ingresso di molte aziende serramentistiche dall’est Europa, ma anche da contesti extra-europei che hanno cominciato ad erodere il mercato fin qui sviluppato dalle aziende italiane, proponendo prodotti marcati CE a prezzi molto più competitivi dei loro concorrenti italiani, con la conseguenza di mettere in crisi la filiera nazionale, attualmente dedita al mercato del residenziale di ristrutturazione, tradizionalmente il mercato più facile da aggredire perché facilmente gestibile ed estremamente sensibile al fattore prezzo.